In Verità

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martedì 20 novembre 2012

Amarcord:SI STAVA MEGLIO NELL'EDEN!



Cominciamo col dire che il paradiso perduto, o Eden, è un mito, quindi partiremo con la convinzione che le cose non siano andate così. Ma noi moderni crediamo che solo da poco questa leggenda sia ritenuta assurda dalla scienza ufficiale. Ma non è così, fin dai tempi più antichi tutti avevano compreso che il giardino dell’Eden era qualcosa di impossibile, e sapete perché? Perché l’uomo e la donna ne facevano parte e il loro rapporto non poteva certo essere edenico o idilliaco.

Prima osservazione. Dio crea l’uomo e l’uomo inizia a sentirsi solo.

Basterebbe già dire che se il paradiso terrestre fosse stato un posto perfetto l’uomo creato da Dio non avrebbe avuto ragione di sentirsi solo. Tutto era perfetto, no? Perché complicarsi le cose?
L’uomo era lì, in un luogo perfetto… nudo… ah, nudo come il boss lo aveva fatto, senza preoccuparsi di guardare le parti basse del toro e sentirsi in difetto. Tutto il giorno lo passava andando in giro a dare nomi alle cose, agli animali alla vegetazione, ai mari, alle stelle! certo, dopo un po’ comincia a sentirsi insoddisfatto, cosa inverosimile se pensiamo che abitava nella perfezione.  Allora inventa il gioco, si mette a pensare un po’, prende un pesce palla dal laghetto dell’Eden e inizia a palleggiare, si diverte, ma dopo un po’  che il pesce palla trattiene il respiro schiatta e si sgonfia… allora Adamo ne prende un altro, e poi un altro e un altro ancora, e allora il padreterno per evitare il primo disastro ecologico – dio aveva già intuito che l’uomo pur di occupare il tempo è capace di distruggere tutto – comincia a pensare che al soggetto sterminatore serve una compagnia. Ma la cosa si ferma lì. Gli dice solo di non sterminare i pesci palla e di imparare a occupare il tempo libero imitando il pesce “sega”. Ma Adamo diventava ogni giorno più insoddisfatto e solo; fino a ché finalmente vede qualcosa che lo “attizzò”… sì, vede quell’essere perfetto, dall’andatura un po’ maliziosa ed invitante… che sembra stare sulle sue dandogli le spalle mentre cammina sui prati del giardino delle delizie… LA PECORA! Inizialmente, visto il colpo di fulmine, Adamo non chiamò quell’animale col nome che conosciamo adesso, ma bensì Natasha (Adamo inventa il pastore sardo!): passava tutto il tempo con lei, e più faceva la stizzosa e l’offesa e più lui se ne invaghiva. È stato sempre così… più fanno le preziose e più ci incaponiamo! Ma arrivati a questo punto Dio decise di intervenire, non voleva, sapeva che creare una compagnia all’uomo avrebbe complicato le cose, che “la pezza sarebbe stata peggiore del buco”; ma non poteva vedere la sua creatura più perfetta portare dei fiori a “Natasha” e chiamarla “luce dei miei occhi”. Allora fece addormentare Adamo, e, senza anestesia e cicatrici postume, gli tolse una costola.. e creò la donna! Che dio la benedica… bella come solo la donna può essere, bellissima e dall’aria innocente. E quando l’uomo la vide subito pensò: “tutto questo con una costola? Figurati cosa sarebbe saltato fuori se mi avesse tolto un braccio?” 

Seconda osservazione: le prime difficoltà.

Adamo conosce la donna e, ovviamente, se ne innamora… con la pecora Natasha è una storia vecchia e lui ci tiene a non mortificare il suo nuovo amore parlando delle ex. Ma la donna non è stata creata nemmeno da cinque minuti che già agisce senza proferir parola. Si accorge che Adamo è nudo, sgrana un po’ gli occhi e ride, si gira arrossendo e si trova il toro davanti… e “ammirata smette di ridere” (voi vi chiederete perchè il toro è sempre presente… non lo so… chiedetelo a lui). Ma con questo gesto la donna crea di un sol colpo il mito di Pasifae e, ancor peggio, il senso di inferiorità nell’uomo e L’INVIDIA DEL PENE, da quel momento in poi… tutti i maschietti della storia avranno il timore di avere un toro affianco che li mortifichi.
Ma la cosa non finisce lì; il povero Adamo visto l’enorme imbarazzo decide innanzitutto di dare un calcio in culo al toro (finalmente!) e di coprirsi, invitando anche la donna a fare altrettanto(anche perché se si fosse coperto solo lui mentre Eva restava nuda la foglia di fico sarebbe servita a ben poco visto che avrebbe funto da sipario sempre alzato di fronte alla splendida bellezza di lei, dando vita oltretutto ai primi e precoci problemi di prostata ingrossata della storia).

Terza osservazione: l’eleganza.

Ora uno dei grandi misteri del mito è: perché tra tante foglie di albero il primo uomo e la prima donna scelsero la foglia di fico? Perché tutti sanno che la foglia di fico punge ed è appiccicaticcia e molti uomini preferirebbero avere un gatto idrofobico per un quarto d’ora nelle mutande piuttosto che una foglia del genere tutto il giorno lì, quindi c’è da pensare che la scelta del capo d’abbigliamento, tutt’altro che comodo, non sia stata dell’uomo, visto che le donne dicono SEMPRE che per esser eleganti bisogna sempre un po’ soffrire. Quindi, non essendo stati inventati ancora i tacchi a spillo e i tanga la bellissima Eva decise di martoriarsi e martoriarlo così… “nature”!
Ma facilmente possiamo immaginare che Adamo al primo albero di fico si ferma stacca una foglia emette il suo rassegnato “urlino” e chiude la cosa. Ed Eva? Secondo voi Eva si sarebbe accontentata? Chi sa quanti alberi avrà letteralmente dilaniato prima di trovare la foglia giusta e dire quelle parole che ancora oggi sentiamo echeggiare dopo ore e ore di shopping, e cioè: “PRENDO QUESTA!”
Così, ancora una volta d’un sol colpo, Eva ha inventato la moda, lo shopping, e quella terribile frase che ancora oggi le donne si trasmettono di generazione in generazione, come una malefica eredità: “Amore ma sei già stanco? Vedi che quando siamo insieme ti annoi? Non sono sicura che ci tieni ancora a me… Ma questa frase darà vita ad un’altra invenzione: IL SENSO DI COLPA! … perché Adamo pur di non perdere Eva negherà, negherà di avere due calli numero 43 al posto dei piedi e le ragadi, di essersi beccato l’orchite per colpa di quella stramaledettissima foglia di fico che lo costringe a stare tutto il tempo a grattarsi, mentre Eva imbarazzata gli dice: smettila di stare sempre lì a grattarti che ti prendono per un maniaco…!
Ma Adamo per amore smette… si tiene il terribile prurito nonostante desideri accoppare il primo coccodrillo e usare la sua schiena come un grattino… se lo tiene, per amore… solo per amore, ma non sa.. non sa… il povero Adamo che Eva al primo appuntamento non la dà a nessuno; che deve capire che è lui l’uomo giusto…nonostante ci sia solo lui, che lei è una donna seria e dai sani principi… e che durante la prima notte insieme… lei fingerà il suo primo mal di testa! E valla a trovare un AULIN nel paradiso terrestre.
Così già il secondo giorno Adamo ricomincerà a sterminare pesci palla e sentire una gran nostalgia di Natasha. 


AI POSTUMI DEI POSTERI DI ADAMO L’ARDUA SENTENZA. NON VI GRATTATE… SE NO VI PRENDONO PER MANIACI.

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