Ieri
– e ogni tanto il parlamento lavora di sabato – sono stati eletti i presidenti
delle Camere: al Parlamento Laura Boldrini e al Senato Pietro Grasso. La votazione alla Camera è andata
liscia, la Boldrini piace più o meno a tutti – tranne al Pdl e questo è un buon
segno, valorizza ancora di più la figura -, ma al Senato le cose non sono
andate altrettanto bene. Pietro Grasso era andato al ballottaggio con il
Presidente uscente Schifani e la spunta per soli venti voti. Il Pd compatto su
Grasso, il Pdl fa quadrato intorno a Schifani – tipo cella -, persino Berlusconi
fa un enorme sacrificio e si presenta in aula per votare: provato e “ipovedente”
arriva sommesso con la sua scorta faraonica tra gli insulti della gente con
degli occhiali che credo abbia scippato a qualche pappone di Viale Europa, gli
mancava solo la camicia sbottonata, un anello d’oro e una catena da motorino al
collo.
I
montiani invece tutti a votare sempre e comunque scheda bianca: paradossale
constatare come Monti si sia appellato per tutto il suo governo al senso di
sacrificio e di responsabilità ed ora si arrocca ottusamente come un bambino
capriccioso che non è riuscito ad avere il suo giocattolo, senza alcun senso di
responsabilità e sacrificio appunto. Era un tecnico e non un politico… però ha
imparato presto!
Insomma
al Senato, viste anche le direttive di Grillo al Movimento 5 Stelle, si
rischiava il secondo mandato di Schifani. Qui si è posto un caso di coscienza
personale, di libera scelta tra due alternative: o Schifani presidente (il
minuscolo è voluto) o un’empasse che avrebbe potuto chiudere la legislatura anzitempo
– cosa che è nelle mire congiunte di Monti e Berlusconi anche se per motivi
diversi.
Qualche
Grillino non ce l’ha fatta a votare scheda bianca e ha preferito Grasso allo
sfascio, ed ora il procuratore antimafia è Presidente del Senato, cosa di certo
preferibile allo Schifani bis.
Questo
risultato ha indispettito Beppe Grillo che ha visto il voto di coscienza dei
suoi senatori come un tradimento nei confronti dell’impegno elettorale. In
definitiva ha chiesto in nome della trasparenza di sapere chi ha votato per
Grasso di modo ché se ne assuma tutte le conseguenze e le responsabilità,
infatti ha scritto ieri sul suo blog:
Nella votazione di oggi per la presidenza del
Senato è mancata la trasparenza. Il voto segreto non ha senso, l’eletto deve
rispondere delle sue azioni ai cittadini con un voto palese. Se questo è vero
in generale, per il MoVimento 5 Stelle, che fa della trasparenza uno dei suoi
punti cardinali, vale ancora di più. Per questo vorrei che i senatori del M5S
dichiarino il loro voto. Nel “Codice di comportamento eletti MoVimento 5 Stelle
in Parlamento” sottoscritto liberamente da tutti i candidati, al punto Trasparenza
è citato:
- Votazioni in aula decise a maggioranza dei parlamentari del M5S.
Se qualcuno si fosse sottratto a questo obbligo ha mentito agli elettori, spero ne tragga le dovute conseguenze.
- Votazioni in aula decise a maggioranza dei parlamentari del M5S.
Se qualcuno si fosse sottratto a questo obbligo ha mentito agli elettori, spero ne tragga le dovute conseguenze.
In
linea di principio Grillo non ha tutti i torti, nel senso che il voto segreto
non avrebbe senso… se fossimo in un paese dove la scelta personale e di
coscienza venisse rispettata e accettata.
Caro
Grillo, che il MoVimento cinque Stelle sia tendenzialmente compatto è bello, ma
è altrettanto piacevole sapere che ci sono anche delle coscienze singole e autonome,
coscienze che decidono – forse anche loro malgrado – in base alle circostanze e
alle contingenze.
Forse
chi ha votato per Grasso aveva anche una fondata stima in lui, o forse ha
preferito non fare il gioco del Pdl e di Monti per arrivare alle elezioni. Avrà
forse pensato che per il bene di questo Paese l’opportunità di questa
legislatura non deve essere buttata via e sprecata alla prima difficoltà. Forse
essendo un neofita si è spaventato all’idea che Schifani diventasse per la
seconda volta presidente del Senato della Repubblica – a dire il vero si
spaventerebbe chiunque; io ancora mi scandalizzo che ci sia stata sino a qualche giorno fa una
presidenza Schifani, errare è umano
ma perseverare è diabolico cazzo! -, e ha dunque scelto una personalità di alto
profilo che rappresenta comunque una novità (e poi a me l’idea che Berlusconi
si trovi un ex procuratore antimafia come suo Presidente al Senato mi fa godere
come un riccio!).
Quindi
alla fin della fiera, caro Grillo, va bene tutto: la trasparenza, la
compattezza e la linea comune – che non credo siano poi state tradite in
modo così profondo -, ma bisogna anche fare i conti col fatto che i suoi eletti
hanno una testa e un pensiero autonomi – ed è più da apprezzare e favorire l’autonomia in
una linea politica che l’automatismo -, cosa che non mi dispiace affatto. Vuole
davvero che i suoi siano come i montiani o i pidiellini? Soggetti ciechi disposti
a portare una nazione allo sfascio per principi o clientelismo? Per ottusità o
convenienza?
Paradossalmente
i suoi eletti al Senato hanno smentito Berlusconi, il quale ha definito il suo
movimento una setta modello Scientology – cosa che ho scritto anche io però
definendola Scientology al Caciucco, quindi chiederò la Siae al falso invalido
di Arcore. Comprendo anche i suoi timori: in fondo una politica scaltra e
tentacolare facilmente può travolgere il nuovo e portarlo a sé: circuirlo,
dividerlo e plagiarlo, facendogli addirittura credere di agisre per il meglio,
ma il rischio credo sia stato annoverato e sta nel gioco. Quindi intimare e
minacciare ad ogni piè sospinto non credo serva allo scopo di mantenere
compatto il gruppo, alla fine questo atteggiamento potrebbe risultare anche
negativo e controproducente.
Il
percorso da lei scelto, quello della democrazia diretta nel web, della
trasparenza, dell’indipendenza da ogni colore politico, della politica fatta
dal basso può e deve anche comprendere visioni e scelte diverse, coscienze
indipendenti, idee e proposte non sempre condivisibili dal “direttivo”
(chiamiamolo così) e questo non significa che non siano dettate da un senso di
responsabilità istituzionale, politico e sociale. Insomma, se si è davvero
liberi si deve essere anche liberi di decidere secondo coscienza e non per
questo gridare al tradimento. Credeva davvero fosse una cosa facile?
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