E’ stata ratificata la “non
sfiducia” al “non non ministro Alfano” sul caso Shabalayeva. Angelino “miracolato” dal Senato è stato però
sonoramente redarguito da tutti. E’ stato invitato a meditare su ciò che ha
fatto e a comportarsi di conseguenza. Sono troppo severi, davvero troppo!, in
pratica è come se gli avessero detto: Angelino, non ti vuoi dimettere? E se ti
dovessimo sfiduciare farai cadere il governo? Allora sai che facciamo? Un’ emerita mazza! così impari!” Chi non si
farebbe un profondo esame di coscienza dopo una lezione del genere? Figuriamoci
Alfano che è così sensibile e delicato…, ad esempio, se solo Silvio tira un po’
in più il guinzaglio mi guaisce il tenerone! Ovviamente non commetterà mai un
altro errore del genere! Si sentirà solo autorizzato a fare tutto quello che
gli passa per la testa visto che non paga per i suoi errori, e poi ha un
gabinetto così numeroso da decimare e sfoltire! Essendo un garantista ho sempre
vestito di premura il mio giudizio su Letta, concedendo più a me stesso che
alla sua figura il beneficio del dubbio, valutando per mesi come possibile l’ipotesi
che il soggetto fosse messo alle strette dal Pdl per ragioni di stabilità, che
facesse controvoglia comunella con i furbetti del quartierino amici dello zio.
Che in fondo per il bene del Paese Enrico accettasse questa convivenza forzata,
che sopportasse i continui ricatti di Silvio&Co. Adesso devo constatare che
il “Presidentello” è proprio a suo agio, è contento, sta bene, lo vedo persino
più colorito – beh, ora non esageriamo…. diciamo che è passato dal comatoso
irreversibile a quello farmacologico. Finalmente ha trovato una dimensione, un
gruppo di persone che lo comprendono, che sono come lui. Ha trovato un posto
dove può finalmente esprimere sè stesso senza dover fingere di esser di
sinistra. Pian pianino Enrico sta prendendo coscienza e…. farà outing a reti
unificate: “Salve – sapete è davvero dura - , mi chiamo Enrico Letta e sono un
ex democristiano della peggior specie che è stato nel Pd solo per far carriera!”
E allora tutti gli altri intorno applaudiranno, gli daranno amichevoli pacche
sulla spalla, lo abbracceranno commossi, Silvio offrirà in dono la sua escort
migliore per il ritorno del nipote
prodigo, Alfano si arrabbierà perché a lui sono sempre toccate delle vetuste
quasi trentenni nonostante abbia sempre servito il padrone senza tradirlo e né
contraddirlo, ma nonostante ciò tutti gioiranno perché finalmente Enrico è
tornato sulla “storta via”.
Il discorso di Letta è
stato uno scandalo, un errore, la netta volontà di mantenere in vita
artificiosamente qualcosa che è nato morto, senza presente e senza futuro. Non
solo è stata tradita l’istituzione del Senato, preso in giro con una retorica
scialba e superficiale, ma tutto il Paese, il diritto internazionale, la carta
universale dei diritti dell’uomo e tutto ciò che ne consegue. Il discorso del
Presidente del Consiglio è stata una pura formalità perché era già tutto
stabilito e deciso: il ministro Alfano non sarebbe stato sfiduciato e Letta ha
parlato sapendolo benissimo; quindi si è potuto permettere di dichiarare che il
caso Shabalayeva era sì gravissimo e vergognoso per il Paese ma non era tale
per il suo governo. Paradossale questa affermazione: come può un evento così
grave essere scandaloso per un paese e, nel contempo, non toccare l’esecutivo
che ha generato questo incidente diplomatico e che lo rappresenta e lo guida? E’
una contraddizioni in termini insanabile, una sciocchezza abissale espressa con
la pacatezza e la boria di chi ha sempre saputo che può permettersi tutto,
anche di affermare una vera idiozia, perché è certo dell’appoggio di tutti
coloro che non vogliono un cambiamento, che hanno appiattito la vita
istituzionale dell’Italia sui loro personalissimi interessi, interessi che
sfumerebbero istantaneamente se questo governo dovesse cadere.
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