Oggi è giorno del
Signore e il governo si è spostato tutto a Rimini! Chi in presenza e chi in
spirito nessuno è mancato! Una capatina all’Italia in miniatura dove Giussani venne
in sogno a Letta e gli confidò: “un giorno tutto questo sarà tuo”… e poi tutti
al Meeting di Comunione e Liberazione. Ma proprio tutti: Da Lupi a Letta, da L’Espresso
a Torre di Guardia fino al video messaggio regalato a tutti dal Presidente
Giorgio Napolitano. E non poteva mancare lui, il solo, l’unico, l’inconfondibile
e coloratissimo Formigoni! Era lì dietro il Presidente del Consiglio, una sorta
di Paolini ciellino onnipresente sempre piantato alle spalle del potente di
turno. Il perfetto democristiano medio!, sempre lì ovunque una poltrona si
annidi! Refrattario agli scandali, alle denunce, agli intrallazzi, agli
avvistamenti di ufo, alle gite in barca… niente lo ferma. Il democristiano
medio è poco sveglio, piuttosto anonimo – infatti ha bisogno di camice sgargianti
per apparire -, non ha grandi abilità, solo una: si avvinghia al potere e vi si
innesta a dovere! Crea una piccola, o media, accolita di fedelissimi a scadenza
e resiste: resiste agli anni, alle prime repubbliche, ai portaborse che incassano
al suo posto… e quando vede un ufo non si preoccupa più di tanto… perché sa che
“loro” cercano solo vita intelligente.
Nel vedere insieme
Letta, Lupi e Formigoni mi è saltata in mente una frase di Allen: “Non ho nulla contro Dio, è il suo fan club
che mi spaventa!” .Ma devo dire che ho
avuto una funesta visione del futuro… anche se si è manifestata in forma di
deja-vu, perché il futuro può ereditare tutto il terrificante del passato. Letta ha promesso, ha promesso di tutto. Ha
garantito una nuova legge elettorale per Ottobre, ma al primo congresso utile
dell’Opus Dei ne approfitterà per rimandare a febbraio, e poi tutti a guardare la
bellissima mostra dedicata all’Europa dopo il video-intervento di Napolitano.
Perché l’argomento del meeting di quest’anno è la centralità dell’emergenza
uomo, il suo mistero, la sua profonda intimità e ricchezza, ed è evidente che l’Europa
casca a “fagiuolo!” Tutta Cl ha afferrato saldamente il messaggio del Santo
Padre e se l’è appuntato sul petto, quasi come un crocifisso, o meglio, proprio
come uno “scudo crociato”. Infatti scrive Francesco I: “Emergenza uomo significa l’emergenza di tornare a Cristo, imparare da
Lui la verità su noi stessi e sul mondo, e con Lui e in Lui andare incontro
agli uomini, soprattutto ai più poveri, per i quali Gesù ha sempre manifestato
predilezione.” E chi meglio di Lupi,
Formigoni e Letta, gioielli splendenti del Ciellinismo, può ereditare questa
predilezione per i poveri? Il Cristianesimo laico è in mani sicure, fedeli,
caritatevoli, senza ombre… e se non ne dovessero esser all’altezza, beh possono
sempre uscirsene affermando che la perfetta sequela di Cristo è impossibile,
che la via della laicità è ardua e piena di ostacoli, incerta e colma di
tentazioni, tipo difendere un frodatore sfruttatore di minorenni, fare intrallazzi
vari nel Pirellone, soddisfare gli interessi dei banchieri a discapito delle
economie nazionali. Quale buon Cristiano non lo ha fatto? Ricordo il grande
teologo Barth che affermò che un’anziana donna che recita il rosario senza
neanche sapere cosa significhi fa teologia viva. Ma qui siamo su un altro
pianeta. Un pianeta lontano, meglio dire “allontanato”, straniero, “eretico”.
Eretico come Don Milani, come Don Mazzi, Don Gallo, figure belle sì ma che si
sono “incarnate male” nel tessuto della società. Ma il grande Banchetto di
Comunione e Liberazione non può non prevedere come epilogo l’alta teologia, e
come dessert verrà servito uno splendido documentario sulle Confessioni di
Agostino, ed è certo che l’africano di Tegaste, con tanto di figlio illegittimo, sarebbe stato ben accetto a
Rimini, che la sua indole paolina avrebbe amato, gradito e sostenuto tutto
questo, ed è altrettanto certo che avrebbe
citato ironicamente il suo libro X nel vedere tutti questi ferventi cattolici
riuniti a parlucchiare di Europa e della centralità dell’ uomo: “Hic
esse valeo nec volo, illic volo nec valeo, miser utrubique.”
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