Il vertice fiume ad
Arcore non ha prodotto risultati! I figli di Berlusconi in coro gli ricordavano
che se sa giocare a dama un anno passa presto, che cambiare un pannolone gli
potrà tornare utile; ma niente! Silvio non ci sta, vuole esser salvato e tra i
falchi e le colombe lui si distingue perché è un avvoltoio. C’erano tutti,
dalla famiglia ai delfini, dalle valchirie alle neofite, e non si è arrivato a
niente. Arcore era battuta dalla pioggia, sembrava già autunno, nonostante la
Santanchè avesse ancora i racchettoni nel bagagliaio si respirava solo
tristezza, ma non rassegnazione. Dopo ore di insulti e tentativi di
pacificazione, frammezzati da canzoni di Apicella cantate “soavemente” da
Francesca Pascale tra un calippo e l’altro, si è giunti a qualcosa che metteva
d’accordo tutti: è sabato… “Party Time” e se ne parla lunedì. Perché un Moito
caldo è un Moito morto!
Tutti compatti sono
usciti dal palazzo del re in “trenino” con Alfano locomotiva, e al segretario
del pdl l’onere di dichiarare senza mezzi termini la posizione del partito: “Condannarlo
è inammissibile. La Decadenza di Berlusconi è costituzionalmente inaccettabile”.
Ora, sentire appellarsi
Alfano alla Costituzione è un po’ come se il Trota citasse la teorie delle stringhe. Sarebbe la prova
inconfutabile che la teoria è valida e che viene da un universo parallelo! Il “Ministrello
silviocomandato” dopo il suo famoso Lodo, dopo il caso Shalabayeva, dopo aver sbroccato lanciando
il “propostone” sul vitto e l’alloggio ai carcerati extracomunitari pagati dai
loro paesi di provenienza, adesso si barrica dietro una fantomatica carta
costituzionale, che evidentemente ha redatto lui sotto acidi, e dichiara che la
decadenza di Berlusconi è incostituzionale? Ma bisogna proprio aver peli sullo
stomaco a “trecce” per fare una dichiarazione del genere
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