Oggi Letta è uscito
allo scoperto e ha preso finalmente posizione. Ha dichiarato che in Italia da
troppo tempo ha vinto la politica del “tutti contro tutti”, ma la parte dura del
suo discorso è arrivata quando ha affermato senza mezzi termini che “da quando
non esistono più le mezze stagioni i treni non arrivano in orario, anche perché
è tutto un magna magna. Ed è – dunque - arrivato il momento di dire no all’Europa
economicocentrica e sì a quella dei cittadini!” Il messaggio è chiaro, preciso
netto… si stava meglio quando si stava peggio!
Enrico Letta sarà anche
nipote di Gianni ma – come se non bastasse - è figlio politico di Napolitano. Il
tardo Napolitano urge sottolineare, quello che non è ha imbroccata una neanche
per sbaglio. Da quando il nostro Presidente firmò il legittimo impedimento ha
intrapreso una china davvero preoccupante. Con tutto il bene del mondo
Napolitano ha sempre fatto lo stesso errore di valutazione, e cioè credere di
avere a che fare con dei “galantuomini”. Peccato veniale trasformatosi in
mortale senza che lui neanche se ne sia reso conto. Ma il “Nostro” ancora insiste, ancora ci
crede, ha fiducia, offre il destro senza remore e… puntualmente, ogni volta, ha in cambio porte sbattute in faccia. L’impudenza
dei “galantuomini” non si ferma qui, Napolitano è anche il perfetto capro
espiatorio: lui ha accettato il secondo mandato, lui ha voluto il governo di
larghe intese, lui temporeggia sul caso Berlusconi ed ha parlato anche di
riforma della giustizia, è debole, non ha carattere e non si fa valere. A
questo punto è proprio difficile abbozzare un’apologia del Capo dello Stato:
anche la sua nota su Berlusconi non ha soddisfatto nessuno. Berlusconi e i suoi
lacché credevano che Giorgio fosse Padre Pio e hanno pensato che lo
miracolasse, i giustizialisti volevano un Robespierre idrofobico che mandasse
il criminale alla ghigliottina… e lui – puntualmente - ha disatteso gli uni e
gli altri. Certo, una cosa che non ha dichiarato la poteva dire, ed era: “Con
viva e vibrante commozione chiedo scusa agli Italiani! Ho pensato che davanti
all’emergenza le guerre intestine si fermassero, che il bene di tutti divenisse
prioritario ed essenziale, che i personalismi si archiviassero per risollevare
le sorti della nazione, e invece no. Ho sbagliato, non ho valutato con chi
avevo a che fare, non ho considerato quanto il parassitismo avesse infettato la
vita istituzionale del Paese, quanto la seconda repubblica fosse diventata il
parossismo esasperato della prima. Ed io l’ho lasciato fare; credendo di trarre
il meglio di tutti ho fatto emergere il peggio. Questo governo è diventato arma
per qualcuno e ancora di salvataggio per altri, strumento di ricatto per vecchie
guardie con l’acqua alla gola e occasione di affermazione per outsider pronti
scattare. Tutto è diventato tranne ciò che sarebbe dovuto essere. Tutto è
talmente andato a rotoli che a questo punto chiudere bottega sarebbe un
crimine, andare avanti il male peggiore, ma solo questo abbiamo perché un male
minore non esiste. Anche quello si è dissolto! Uagliù stamm n’guaiat malament! Ho Sbagliato... ho sbagliato! Fare un Governo con Berlusconi è stato come mangiare il "Casatiello a Natale", gli Struffoli a Pasqua! Si può fare, nessuno lo vieta... ma è na "Strunzat".
Caro Presidente, ieri
Lei ha lodato i bagnanti di Pachino che hanno fatto scudo attorno alle
imbarcazioni dei migranti per soccorrerli e non farle affondare. E’ vero, ha
ragione, sono motivo di orgoglio, un’immagine che fa onore al Paese. Ebbene... a me piacerebbe essere orgoglioso
di voi come Lei lo è per quelle persone. Anche a me piacerebbe che le
istituzioni facessero cerchio intorno ai cittadini, che fossero il loro scudo
in questo momento difficile, che sorreggessero chi vive difficoltà, che non si
girino dall’altra parte mentre si naviga in cattive acque. Mi piacerebbe che
tutte le istituzioni non cedessero ai ricatti di un solo uomo, anche se è in
grado di creare grossi problemi - anche per diretta responsabilità delle
istituzioni stesse, per troppi anni accondiscendenti -, vorrei che si
preoccupassero meno delle banche e dei debiti e più della vita “reale” dei
cittadini, che garantissero i diritti sanciti dalla Costituzione, la dignità
che spetta loro. Che contribuissero in modo vivo e sano al bene di tutti. Ma
devo accontentarmi dei bagnanti siracusani, della privata iniziativa dei
singoli o di comunità e associazioni – a volte senza mezzi – che sostituiscono la vostra
assenza, il vostro essere impegnati altrove, in consessi e summit tanto
prestigiosi quanto sterili e pieni di parole. Per fortuna – ahinoi – l’Italia è
da sempre un paese migliore di chi lo governa. Sembra oramai una caratteristica
insita, connaturata. Pazienza… nessuno è perfetto!
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