Berlusconi è un
filantropo altruista, nonostante i suoi guai si preoccupa degli altri. Prima di
spostare “La tana dell’allupato” ad Arcore per il summit finale ieri ha avuto
il tempo di interessarsi del futuro della Campania. Caldoro con ogni
probabilità verrà “promosso” a parlamentare europeo e quindi urge un
successore. Bisogna dire che da quando esiste il parlamento europeo è una sorta
di “cimitero degli elefanti”, una discarica a cielo aperto di politici
nazionali trombati o inquisiti. In questo “deposito giudiziario” la politica
italiana ci ha messo di tutto: dal Prodi trombato da d’Alema a Borghezio,
impresentabile anche in uno zoo - spaventerebbe tutti i bambini -, e adesso
tocca al Presidente della Regione Campania. Questa “promo-rimozione” che
condurrà Caldoro ad un disarmo dorato è forse dovuta agli appalti per l’American’s
Cup, o per i rimborsi spese astronomici della regione: ma fatto sta che il “Bersagliere
Onorario” si è bruciato e dovrà marciare “tomo tomo, cacchio cacchio” a Bruxelles.
I nomi dei candidati
alla successione di Caldoro rispettano sin nei dettagli la regola aurea della
politica italiana, sintetizzata nella frase: “la pezza è peggiore del buco.” Infatti Silvio ha in mente due nomi
per la regione Campania: Nitto Palma e Mara Carfagna. Nitto Francesco Palma ha
un pedigree di tutto rispetto: magistrato, sostituto procuratore nella
Direzione nazionale antimafia, sottosegretario agli interni, ministro della
giustizia, dopo e dimissioni di Alfano, ed ora membro permanente della
commissione giustizia, nonché – in contemporanea – dal 2012 commissario regionale
in Campania dopo le dimissioni di Nicola Cosentino. Si ricorda nel 2002 la sua splendida proposta di legge che consisteva
nel “congelare” tutti i processi a carico dei parlamentari sino a fine mandato,
emendamento allora proposto per salvare Cesare Previti ma per fortuna bocciato,
altrimenti adesso non ci sarebbe un caso Berlusconi.
Mara Carfagna chi non
la conosce? Donna poliedrica, multitasking e agguerrita, una pasionaria pura –
erede “plastica” della Santanché – finalista miss Italia, laureata in
giurisprudenza, sporadiche e mai incisive presenze televisive e poi l’illuminazione…
la folgorazione sulla via di Arcore. Dopo la conversione è stata eletta al parlamento
nelle fila pdl e infine, dal 2008 al 2011, ministro per le pari opportunità. Bisogna
anche qui ricordare quanto si sia spesa per il riconoscimento per i diritti
delle coppie di fatto, abnegazione che può sintetizzarsi in questa sua
dichiarazione del 2007, che le apre “giustamente” la strada per il Dicastero
delle “pari opportunità”: “non c'è nessuna ragione per la quale lo
Stato debba riconoscere le coppie omosessuali, visto che costituzionalmente
sono sterili e che per volersi bene il requisito fondamentale è poter procreare”.
In base a questa
definizione si può desumere che abbia studiato giurisprudenza nella Berlino del
40’ – ed evinciamo che l’unica nota positiva consiste nel fatto che l’età se la
porta bene -, che è lo stato a stabilire – in base alla possibilità di
procreare – se due persone si vogliono bene, che chi ha figli si ama e chi non
ne ha si prende per il culo. Ma in tutto questo mi chiedo… la Carfagna ha
figli?
In questo paese tutto è
possibile, altro che gli Stati Uniti, è qui la terra delle opportunità –
dipende da chi paga e con chi bazzichi. Brunetta capitano della nazionale di
Basket? Detto fatto! Scilipoti docente di Filosofia Morale? Basta che lo chieda
in un linguaggio comprensibile – solo per questo non accadrà mai -, la Gelmini
accademica dei Lincei? E’ il minimo!
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