In Verità

In Verità

sabato 19 ottobre 2013

DA GRANDE DOVEVO FARE L’AVVOCATO DI SILVIO!


“Da grande farò l’avvocato di Berlusconi!” Questa doveva essere  la mia risposta - se fossi stato un bambino furbo e lungimirante - quando puntualmente i “grandi” mi chiedevano cosa volevo fare della mia vita. E invece no! Da bambino “fesso” davo risposte ovvie: farò l’astronauta, il pompiere, o l’astronauta pompiere - perché un incendio sull’astronave può sempre scoppiare! Invidio Parmitano che “vede il mondo da un oblò”, perché , viste le condizioni del suo Paese, ha preferito emigrare!
La Corte d’Appello di Milano si è pronunciata sul ricalcolo della pena accessoria per Berlusconi nel processo Mediaset, accogliendo la richiesta dell’accusa: da cinque anni di interdizione dai pubblici uffici a due. Berlusconi non poteva aspettarsi un proscioglimento pieno, visto il risultato ottenuto in cassazione ad agosto, ma possiamo star certi che fingerà coi suoi legali di restare basito e scandalizzato dalla sentenza, giusto per restare nel personaggio della vittima sacrificale. Quindi dopo l’anno di reclusione – probabilmente commutato ai servizi sociali - dovrà restare almeno per un altro anno lontano dai pubblici uffici. E’ troppo! Per Berlusconi sarebbero troppi anche quindici giorni! Ha altre pendenze con la giustizia, alcune gravissime, e se non trova un modo per mantenere e garantirsi un minimo di immunità si vedrà costretto a raggiungere Parmitano sulla stazione spaziale; casomai infilato alla chetichella da Putin su un vettore russo che lancia nello spazio satelliti per Mediaset da Baikonur in Kazakistan, perché i veri amici si vedono nel momento del bisogno!
Ma io devo spezzare ancora una volta la fatidica lancia a favore degli avvocati di Silvio: uomini e donne che sin dai lontani anni 80 hanno speso tutte le loro energie  nel difenderlo sempre e in tutti i gradi di giudizio.  Queste persone col tempo hanno mostrato doti matematiche preziosissime nel calcolare e allungare la durata dei processi fino al loro completo annullamento per sopraggiunta prescrizione, nonché una raffinatissima immaginazione nell’inventare interpretazioni dei codici di diritto penale e di procedura penale degne dei più grandi esponenti dell’astrattismo. Già Ghedini sembra un Picasso e per questo ha sempre promesso bene ma una volta che questi principi del foro sono entrati in Parlamento hanno realizzato le loro opere migliori; solo per citarne alcune: il decreto Biondi e la Legge Tremonti del 94’, la legge contro le rogatorie internazionali del 2001, quella sul falso in bilancio del 2002,  il Lodo Alfano del 2008, il legittimo impedimento del 2010, la depenalizzazione dei reati fiscali…  ma il catalogo di questa “avanguardia dell’arte giuridica” è vastissimo e pieno di sorprese.  Loro sono stati gli eroici e temerari “Davide” che hanno preso fatalmente a fiondate quel Golia implacabile che prende il nome di Costituzione per vent’anni con il placet e il silenzio di tutti, nessuno escluso. Grazie alla loro inesauribile inventiva, il loro mecenate ha potuto legare le mani alle terribili toghe rosse, ma anche ai diritti sino a quel momento garantiti e acquisiti da quasi cinquant’anni! I veri artisti sono loro… soldi spesi bene da Silvio.
Ma a questo punto un interrogativo potrebbe attanagliare le menti più raffinate: chi ha davvero realizzato un abuso di potere? Chi, trafficando tra poteri dello stato, ha generato più ingerenze? Il potere esecutivo su quello giuridico o viceversa? Sono state davvero le toghe rosse a invadere il campo politico o  i surrealisti avvocati e i faccendieri “artisti” del mecenate lombardo (opportunamente istituzionalizzati) a piegare “fantasiosamente” l’ordinamento giuridico di questo paese?

Nessun commento:

Posta un commento