In Verità

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mercoledì 27 novembre 2013

L'EREDITA' DEL DECADENTE PROSSIMO VENTURO


Silvio ha dichiarato conclusa la relazione morganatica con le larghe intese. Oggi si è messo Brunetta in braccio scambiandolo per Dudu e con la rinata Forza Italia ha abbandonato il carrozzone della maggioranza. Oramai su Berlusconi è stato detto tutto, ha avuto il privilegio di essere per vent’anni la prima pagina di questo Paese, e per questo, senza rendercene conto, ci siamo trasformati in un morboso giornaletto scandalistico. Le soluzioni arrivano sempre troppo tardi, oramai Berlusconi il danno l’ha fatto… si è comodamente riprodotto per mitosi! La sua influenza ventennale ha compromesso endemicamente tutto! Dalla politica al linguaggio, dal costume alla comunicazione, il marchio  della mediocrità è stampato come un codice a barre su tutta la merce andata a male della società contemporanea. Checché se ne dica nel 94’ questo megalomane oramai patetico non scese in campo da solo ma con un esercito! Un esercito fatto di capitali ingenti, di  organi di stampa monopolizzanti, di reti televisive agguerrite, di finanziatori e simpatizzanti compiacenti, alcuni dei quali davvero poco raccomandabili; tutte figure “sorciescamente” celate nell’ombra della libreria in polistirolo che appariva alle spalle dei suoi deliranti appelli alla nazione. Siamo onesti, un soggetto così dozzinale non poteva combinare tutto questo sfacelo da solo; era necessaria un’orda barbara di sciacalli per generare tutto questo. La fine ebbe inizio quando il fenomeno Berlusconi mutò tristemente nel neologismo “Berlusconismo”, il nostro primo nemico fu il dizionario! Col berlusconismo lo stile, l’eccesso, i modi e le azioni di quest’uomo proruppero nel gergo prima giornalistico e in seguito politico di questo paese, per poi innervarsi mefiticamente in tutto il tessuto sociale.  Da quel momento in poi “l’anomalia” italiana fu legittimata, fu “inscenata” una patinata consacrazione mediatica. Il peggio si tramutò in uno stile politico: si affermò una forma di linguaggio tanto diretta quanto vuota e demagogica, fatta da un lato di spot scintillanti e canzoncine evocative, e dall’altro di slogan anacronistici contro la minaccia di una dittatura comunista imminente! Poco contava se il comunismo era oramai tramontato, serviva il bastone su cui attaccare la carota… e una punta retrò di maccartismo “ a tarallucci e vino” offriva alla messinscena la giusta dose di pathos tragico. Così, abilmente mascherato, il deus ex machina Silvio (essere che appariva alle masse trasudando bieco qualunquismo sotto le note della pubblicità del cornetto Algida) fu libero di rappresentare sia l’inutile argine al pericoloso boccheggiare del comunismo e sia l’unica alternativa per un’emancipazione liberista del paese – emancipazione mai realmente avvenuta!
Questo Cinepanettone non poteva essere opera di un sol uomo; anche per questi mediocri film c’è tutto un lavoro dietro. Ci vogliono costumisti, operatori, truccatori, macchinisti, comparse, attori,  produttori, esperti della fotografia, pubblicitari abilissimi, gente capace di vendere pattini da ghiaccio in Brasile. Non è per nulla facile vendere fumo e illusioni per vent’anni, e per quanto Berlusconi possa essere caparbio e motivato non è per nulla una mente così raffinata! Uno che chiama “culona inchiavabile” la Merkel e da “dell’abbronzato” a Obama non può avere pianificato nei minimi particolari il rincoglionimento totale di un’intera nazione! Se così fosse ne andrebbe della nostra dignità! Un Presidente del Consiglio che si è fatto ricattare da una minorenne marocchina a causa dei suoi senescenti pruriti non è uno stratega, è il panchinaro dello scemo del villaggio!
Tutti questi anni cosa ci lasceranno in eredità? Quali sono le responsabilità storiche del berlusconismo? Come “ri-costruire” una dignitosa identità nazionale se questi vent’anni hanno incubato “trasversalmente” solo tristi “derivati” di questo scempio? Sia a destra che a sinistra assistiamo ad un appiattimento tragico, ad un impoverimento disarmante di idee e progetti: il grillismo da possibile alternativa si è rivelato come il figlio illegittimo e volgarmente demagogico del linguaggio berlusconiano,  Renzi vuole “scouterizzare” ingozzando di pessimo qualunquismo ed ipocrita buonismo un Pd che attraversa impotente tragicomiche crisi di identità… ed infine non possiamo non parlare del grande amore tra Letta e Alfano, rimasti folgorati da una passione travolgente sull’insipida e inconcludente via delle larghe intese.  Le prospettive per il futuro, dunque, non sono per nulla rosee, a meno che San Marino e il Vaticano - mossi a pietà - non decidano congiuntamente di invaderci.   
Berlusconi con ogni probabilità domani al Senato decadrà, ma “au contraire” il Berlusconismo gode di ottima salute. E’ vivo, pimpante e capillarmente ben distribuito!


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