In Verità

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lunedì 25 novembre 2013

SONO INNOCENTE! LO GIURO SULLA NIPOTE DI MUBARAK!


Silvio inizia ad elemosinare dappertutto: per evitare un triste epilogo ormai si appella a chiunque: ha chiesto persino ai senatori del Pd e del M5s di rinviare il voto sulla decadenza; tra un po’ si vedrà costretto ad espatriare in un paese che non prevede estradizione per curare una fulminante recidiva dell’uveite. E se anche questo non dovesse funzionare con un blitz delle sue teste di “c..uoio” minaccerà il Senato imbottendo Razzi di tritolo; anche se la cosa più terrificante è immaginare Scilipoti col passamontagna! In pratica un caciocavallo a mano armata!     
Berlusconi adesso “sostiene” di essere in possesso di nuove prove che lo scagionano, per lui non conta se è troppo tardi, se i tre gradi di giudizio sono stati già celebrati e la condanna è definitiva; lui crede di poter disporre delle istituzioni come crede e senza alcun ritegno. Alla luce di tutta questa “stima” che il cavaliere nutre per le nostre leggi e per i nostro ordinamento giuridico ci risulta ancor più paradossale e vergognoso dover accettare che quest’uomo abbia governato il paese per vent’anni. Nella sua criminosa sfacciataggine non vedo solo il triste accanimento di una figura penosa ma anche la realizzazione del fallimento collettivo di un’intera generazione politica e sociale. Lo si è lasciato fare, ha potuto comandare e disporre del Paese e delle sue leggi come ha voluto e nessuno lo ha mai “veramente” ostacolato, e questo è stato il risultato, questo è il nostro commiato dalla decenza.
Ma Silvio non si ferma qui! il decadente non solo si dichiara arbitrariamente innocente e vuole esser creduto sulla parola, ma si appella sia alla irretroattività della legge Severino e sia all’articolo 7 della Convenzione Europea dei diritti dell’Uomo.   La legge Severino avrà anche i suoi difetti ma dobbiamo anche dire che se stessimo in paese “normale, dove non solo i pregiudicati ma anche i semplici inquisiti avessero il buongusto di farsi da parte, non avremmo bisogno di una legge che “scolli” forzosamente i loro ostinati e ingombranti deretani dalle poltrone del potere.    
Però il vero capolavoro del pregiudicato consiste nell’interpretazione tanto sediziosa quanto pedestre dell’articolo 7 della Convenzione Europea dei diritti dell’Uomo. Infatti leggiamo:
1. Nessuno può essere condannato per una azione o una
omissione che, al momento in cui è stata commessa, non costituiva
reato secondo il diritto interno o internazionale. Parimenti, non
può essere inflitta una pena più grave di quella applicabile al
momento in cui il reato è stato commesso.

Questo paragrafo tutela il cittadino in tre modi, ma in nessuno di questi il “caso Berlusconi” è contemplato: innanzitutto non si possono inventare “reati” ad hoc - qui in Italia diremmo “condanne ad personam” - cosa che capitava nelle dittature e nei regimi totalitari. Facendo un esempio pratico: anche se Brunetta è acido, supponente e antipatico non possiamo inventarci dalla sera alla mattina una legge che mette di botto in galera tutti i gollum rompicoglioni profughi dalla Terra di Mezzo!   In secondo luogo non possono essere inflitte pene a “posteriori” per azioni o omissioni che all’epoca dei fatti non costituivano reato. Facciamo un altro esempio: ipotizziamo che da domani in Italia essere degli “emeriti idioti” diventi per legge reato – sarebbe di certo una splendida occasione per rinnovare presto e senza colpo ferire tutta la nostra classe dirigente-, ebbene non sarebbero comunque perseguibili i reati di “emerita idiozia” commessi prima della promulgazione della legge. Ma anche in questo caso nessuno sfuggirebbe perché la recidiva è dietro l’angolo! Si salverebbe solo il Trota… non è colpa sua se si è rincoglionito bevendo l’acqua del Po dalla foce e non dalla sorgente!  Ed infine leggiamo semplicemente che le pene devono essere commisurate al reato commesso.
Premettendo che Berlusconi non ha alcun bisogno di ricorrere alla  Convenzione Europea dei diritti dell’Uomo in quanto tutti e tre i casi citati sono già previsti e tutelati dalla legge italiana, bisogna sottolineare che il nostro sedicente “perseguitato” non è stato trattato poi tanto male: infatti questo “martire de noi artri” è stato condannato per frode fiscale, un reato che non ha avuto il tempo di depenalizzare e per questo ancora previsto dal nostro ordinamento giuridico, che la pena inflittagli non solo risulta commisurata al reato ma è stata anche in parte archiviata per sopraggiunta prescrizione (da quattro anni a un anno di reclusione), inoltre gli sono state persino ricalcolate “al ribasso” le pene accessorie in appello per espressa decisione della cassazione e può scontare la condanna agli arresti domiciliari o ai servizi socialmente utili. A questo punto possiamo tranquillamente chiederci: Berlusconi cosa vuole di più? Espiare la pena lucidando vetrine e oliando pali da lap dance al Red Light District di Amsterdam? Lavando “a mano libera” le lottatrici nel fango dopo gli incontri?
Ma se tutto questo non dovesse risultare sufficiente per impedire a Berlusconi di  fare l’ennesima figura di merda planetaria ci basterebbe leggere il secondo paragrafo dell’articolo 7 della convenzione dei diritti da lui stesso citato per inchiodarlo definitivamente alle sue responsabilità:

2. Il presente articolo non ostacolerà il giudizio e la condanna
di una persona colpevole di una azione o di una omissione
che, al momento in cui è stata commessa, costituiva un crimine
secondo i principi generali di diritto riconosciuti dalle nazioni
civili.


Questa parte si commenta da sola. Basta semplicemente ricorrere al buon senso: per la legge italiana Berlusconi è risultato colpevole di frode fiscale? Sì! Sono state addotte prove della sua condanna? Sì. Ha avuto l’opportunità di difendersi adeguatamente in tutti i gradi di giudizio previsti? Più di molti altri disgraziati che non possono permettersi “sedicenti” principi del Foro! Il reato di frode fiscale ascrittogli era già previsto dall’ordinamento giuridico italiano? Per fortuna ancora sì!  Allora Silvio Berlusconi a Strasburgo che ci va a fare? 

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