In Verità

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martedì 22 novembre 2016

Riflessioni sull'omologazione per la Giornata dello Studente

RaiStoria

Di Rosa Fontana
Da qualche anno, il 17 novembre si celebra nelle scuole europee la “Giornata dello studente”,  promossa dai movimenti studenteschi. In realtà, questa ricorrenza non è una novità, in quanto dal lontano 1941, quando fu istituita per ricordare i tragici fatti di Praga del 17 novembre 1939 (un corteo di studenti e docenti, in protesta contro il regime hitleriano, fu attaccato dalla polizia nazista, con conseguenti deportazioni di un migliaio di giovani nei campi di concentramento e l'uccisione di  nove alunni e professori), è rimasta al centro di dibattiti e commemorazioni più o meno fino al 1989, ripercorrendo in alcuni anni, purtroppo, il destino di repressione e sangue che l'aveva contrassegnata (vedi per esempio la rivolta del Politecnico di Atene, nel 1973, contro la dittatura dei colonnelli, o le proteste di Praga del 1989, contro il regime comunista, che diedero avvio alla cosiddetta “Rivoluzione di velluto”).
Un evento di per sé, quindi, ricco di memorie importanti che dovrebbero far riflettere giovani e adulti. Ma, come spesso accade negli ultimi tempi, l'occasione rischia di arenarsi tra lo spontaneismo privo di contenuti e la tendenziosità obsoleta di chi spavaldamente (e comicamente) si atteggia a novello sessantottino in una scuola che col famigerato Sessantotto non ha ormai nulla da spartire, e che semmai dovrebbe interrogarsi su alcune pericolose e deleterie derive che certi eccessi di quegli anni ci hanno lasciato in eredità.  Continua a leggere su Postik

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