In Verità

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sabato 10 dicembre 2016

Provinciale emarginazione emarginato provincialismo

fonte foto ilsussidiario.net

Il nostro Paese è frammentato da sempre; sia per ragioni storiche che per radicalizzazioni meramente alimentate dal pregiudizio. L’altro da noi, col quale siamo spesso gomito a gomito, è già segnato da una immotivata quanto ereditata “diversità”. Qui non parlo di razzismo, né dell’altro come straniero, ma proprio del nostro vicino.
Passo ad un esempio pratico. Basta fare un giro nelle miriadi di realtà degli hinterland delle nostre città e ne possiamo vedere e ascoltare di tutti i colori. Spesso tra atomici paesini delimitati da una strada si crede di appartenere a realtà totalmente diverse, e, al di là di quella via c’è sempre concentrato il peggio del peggio.
Per non parlare delle realtà polverizzate negli anni 60’ dall’abuso edilizio. Queste zone, ho in mente ad esempio le zone Vesuviane o quelle dell’Agro che conosco meglio, negli anni si sono sempre più ferocemente unite grazie al cemento fino a rendere quasi impossibile riconoscerne i confini; eppure, nella memoria dei loro abitanti, resta incrollabile una differenziazione netta e quasi sempre vicendevolmente denigratoria. Un comune confina da un altro casomai solo grazie alla parete del palazzo di fronte, ma dietro a quel mostro a 9 piani – innalzato casomai dalla stesso costruttore che ha edificato il “nostro” di mostro – c’è l’assolutamente altro, e, quasi sempre, questo altro concentra in sé tutto “il male”! Continua a leggere su Mel@Cotogna

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